Biografia

Amedeo Tomassini è nato a Sant'Omero, in provincia di Teramo, il 31 ottobre 1911, da una famiglia di commercianti di tessuti. Sul finire della prima guerra mondiale è rimasto orfano del padre Antonio. Amedeo allora era ancora un bambino e la perdita del padre influì molto sul suo carattere e sulla sua personalità, specialmente per quanto si riferiva agli affetti, al lavoro ed al senso della famiglia.
Si è diplomato alla Scuola Professionale annessa al Collegio per gli Orfani di Guerra di Amatrice (Rieti). In quel periodo, nel tempo libero faceva l’operatore cinematografico, e con i soldi guadagnati comprava libri di scienza e di tecnica, che divorava avidamente.
Si è trasferito a Rieti nel 1928, non ancora diciottenne, dove è vissuto sino alla morte. Ha prestato la sua opera di micromeccanico di precisione e foratore di filiere nello stabilimento reatino della Snia Viscosa, dove acquistò tale riconoscimento e credito da avere a disposizione, alla fine, un laboratorio e degli operai tutti per sé, dando vita ad un piccolo mondo dentro un mondo più grande e più vario, ad un'oasi operativa e creativa di eccezionale fermento ed innovazione.
Appassionato specialista in micromeccanica nel tempo libero ha realizzato, con grande abilità e con infinita sapienza e pazienza, alcuni singolari primati del piccolissimo.
Nel 1937, a soli ventisei anni, ha costruito il più piccolo motore del mondo. Tre millimetri e mezzo di larghezza, peso 0,16 grammi, era costituito da 45 parti. La realizzazione aveva richiesto circa duecento ore di lavoro al microscopio. Dopo essere stato superato, nel 1940, dallo svizzero Huguenin che realizzò un motorino del peso di 0,06 grammi, Amedeo nel 1954 riprese il suo primato realizzando un secondo motore più piccolo del mondo, del peso di 0,04 grammi, vale a dire la venticinquesima parte di un grammo.
Come altro saggio di capacità micrografica, Amedeo ha realizzato una medaglia in platino di 1,3 x 1,7 mm, con scritto in rilievo su una sola faccia il Pater Noster; in una sottilissima lamina d’oro, di 1 mm. quadrato di superficie, ha praticato 2.222 fori; infine, ha realizzato un modellino, fedele in ogni dettaglio, di un telefono da tavolo grande come la capocchia di uno spillo.
Uomo schivo e modesto, ha diviso il tempo con eguale dedizione tra casa e lavoro. Era legato alla famiglia quanto lo era al suo lavoro e, nonostante i suoi impegni assillanti, ad essa dedito con tutta la forza del proprio amore di sposo e di padre. Aveva un sorriso sereno, occhi limpidi e tranquilli ed una vena di sottile ed appena percettibile umorismo trascorreva i suoi gesti e le sue parole.
Amedeo Tomassini è morto a Rieti il 29 dicembre 1975. Il giorno dei funerali raccolse ancora attorno a sè, nel momento dell’ultimo tributo di affetto a lui caldamente prodigato nella chiesa di S.Agostino a Rieti, innumerevoli parenti, amici, estimatori.
Ha lasciato ai suoi familiari, ed a tutti coloro che lo hanno conosciuto, una profonda eredità di mente e di cuore.